Comune
Di forma quadrangolare, vi si accede da Porta Marina. Fanno da quinte alla bella piazza da un lato la chiesa parrocchiale, dall'altro il palazzo del municipio. Da qui parte l'ampia via Roma, che ha l'aspetto di un corso cittadino, più che di una via di paese e tradisce quindi, in qualche maniera, la nobile origine del borgo e il suo ruolo storicamente importante. Si affacciano sulla via numerosi palazzi signorili che conferiscono alla strada una eleganza e maestosità che non ha eguali nei paesi vicini. Al livello del sottosuolo si sviluppa una fitta rete di cunicoli e grotte, recentemente rilevate, utilizzate come fosse granarie, depositi e cave di materiale durante la costruzione degli edifici.
Tornando in piazza si legge, murata sulla parete della parrocchiale, una lapide latina del Cinquecento che propone l'ipotesi toponomastica avanzata dall'umanista Publio Francesco Modesti relativamente all'origine del nome Saludecio (salus Decii).
All'estremità opposta, entro una edicola, è conservato il cosiddetto "olmo del Beato Amato", segno del miracolo avvenuto durante una solenne processione con l'urna del beato: i buoi che trasportavano il feretro non volevano avanzare e il bovaro esasperato piantò a terra il pungolo non riuscendo più ad estrarlo. Ne nacque un olmo, poi trasportato nella suddetta edicola (fino a metà del secolo scorso collocata al centro della piazza).